Negli ultimi mesi, parlando di tavole originali con amici collezionisti, operatori del settore, gruppi su internet o semplici appassionati di fumetti, il discorso finisce sempre su un punto: di come negli ultimi due anni i prezzi delle tavole originali siano esplosi e ormai molte tavole sono impossibili da comprare per la maggior parte dei collezionisti.
Innanzitutto dobbiamo però sottolineare che, riferendoci al mercato italiano, l’esplosione dei prezzi c’è stata solo per alcuni autori. È vero infatti che negli ultimi mesi disegnatori come Pratt o Crepax hanno fatto segnare prezzi davvero ragguardevoli, ma la maggior parte delle tavole originali non sono riuscite a mantenere il loro valore e se si provasse a venderle ora non si recupererebbe neanche i soldi spesi. Ad esempio molte tavole del fumetto popolare, tipo Bonelli o quelle dei fumetti neri di Magnus, ormai sono difficili da vendere ai prezzi di solo un paio di anni fa.
È vero che c’è la crisi, il fatto che ormai in giro si trova tantissimo e molti collezionisti ormai hanno appeso le tavole al chiodo (in tutti i sensi), però è un dato di fatto che molti autori e tipologie di tavole oggi come oggi sono praticamente invendibili.
Ma in questo mio articolo non voglio parlare dei prezzi che scendono bensì di quelli che salgono, e affrontare un aspetto del problema che nelle discussioni con i collezionisti viene spesso fuori, ossia che la colpa dei prezzi che salgono è tutta di chi vende perché “ci vuole speculare su”.
Ora, da quando mondo è mondo, non ho mai visto un venditore che non cerchi di ottenere il massimo da una cosa che vende, e se la vende a meno rispetto un altro venditore non è perché sia un filantropo ma perché ha avuto la fortuna (o la bravura) di acquistarla ad un prezzo più basso. Però, secondo me, la colpa dell’impennata dei prezzi non deve essere ascritta ai venditori ma è soprattutto da imputare ai compratori che negli ultimi anni si sono fatti dissanguare accettando i prezzi chiesti dai venditori.
Il teorema è molto semplice ed è alla base dell’economia spicciola: se nessuno avesse pagato i prezzi chiesti da certi venditori (e come sempre in questa categoria faccio rientrare non solo chi lo fa per professione, ma anche gli stessi autori o i loro eredi...) i prezzi non sarebbero aumentati perché ci sarebbe stata mancanza di compratori, ma visto che molti collezionisti si sono resi disponibili a pagare prezzi elevatissimi allora è giusto che i venditori abbiano cercato di ottenere il massimo.
Quello che secondo me non è corretto però è che il prezzo non segua la rarità di una tavola ma che venga spesso fissato “per sentito dire” o perché in una certa asta si è raggiunta una determinata cifra.
Ci sono autori che ad esempio vengono proposti sul mercato anche a decine di migliaia di euro, pur essendo disponibili migliaia di tavole originali dello stesso autore, magari imboscate dall’autore stesso o dai suoi eredi per scroccare quanti più soldi possibili “ora e subito”, senza aver rispetto per il collezionista che un domani magari non riuscirà a recuperare neanche un decimo di quanto speso perché magari nel frattempo il mercato sarà ormai saturo di originali del suddetto autore.
Quindi il collezionista che spesso si lamenta dell’aumento dei prezzi è lo stesso che poi apre il portafogli come una fisarmonica a qualsiasi richiesta economica del venditore.
Voi direte che questo è un fenomeno tipico di qualsiasi forma di collezionismo, ed avete ragione, ma secondo me questo comportamento nel nostro settore è stato accentuato dal fenomeno competitivo causato dal sito ComicArtFans. Infatti in nessun altro settore collezionistico c’è un sito dove i collezionisti mettono in mostra la loro collezione per fare i fighetti con gli altri. Ci sono forum o siti di informazione che parlano di monete, francobolli, arte, antiquariato ecc. ma io non ne ho mai visto uno in cui le persone fanno a gara per mostrare quanto sono stati fighi a comprare il tal pezzo del determinato autore.
Questo fenomeno ha portato a che autori giovani vendessero i loro originali a migliaia di euro solo perché si è scatenata una gara tra i collezionisti per far vedere che loro avevano l’originale più bello.
Quindi invito tutti i collezionisti, prima di lamentarsi che “i prezzi sono saliti troppo e che ormai non si riesce più a comprare nulla”, a passarsi una mano sulla coscienza e a chiedersi se non sono stati loro i principali responsabili di questa situazione.