APPROFONDIMENTI: Paolo Rinaldi: "Il mercato degli originali è vivo e ci darà molte soddisfazioni"

Paolo Rinaldi: "Il mercato degli originali è vivo e ci darà molte soddisfazioni"

Intervista al collezionista Paolo Rinaldi, cofondatore dell'"Associazione La Nona Arte" e organizzatore dell'"Area tavole originali" al Comicon di Napoli.

Di: DAG | Pubblicato il:22/05/2019


Continuiamo l'intervista con Paolo Rinaldi, dopo che nella scorsa puntata ci ha presentato le novità della nuova "Area tavole originali" organizzata per l'ultima edizione del Comicon di Napoli, focalizzandola ora sul suo essere "collezionista di tavole originali".
Rinaldi, classe 1970, nato e cresciuto a Napoli, dove attualmente vive, è laureato in medicina e specializzato in Geriatria e Gerontologia. Colleziona fumetti da sempre: dagli anni ottanta inizia a collezionare, con alterne vicende, tavole originali come complemento della sua collezione di fumetti. 
Nel 2009 crea su Facebook il gruppo Collezionisti di Tavole Originali, Copertine ed Illustrazioni, che in breve tempo diventa il punto di riferimento dei collezionisti italiani di tavole originali.
Nel 2013 fonda, con la complicità di Luca Baldi, Vanni Varalda e Marco Miccione, La Nona Arte, un'associazione unica nel suo genere che si rivolge ai collezionisti di tavole originali. Con l’Associazione cura la rivista, che è il suo vero e proprio manifesto, strutturata come una rivista d’arte, con monografie e portfolio di grandi autori, del calibro di Bernet, Breccia, Deodato Jr, solo per citarne alcuni.
Da quest’anno è anche responsabile dell’area Tavole Originali del Comicon di Napoli.

Allora Paolo, raccontaci innanzitutto come e quando è nata questa tua passione. 
In realtà la mia passione è letteralmente cresciuta con me, fin da piccolo collezionavo fumetti e verso i quindici anni ho iniziato ad interessarmi alle tavole originali. Il reale problema era reperirle, negli anni ottanta non esisteva internet ed era realmente complicato accedere ad un tavola se non frequentando le sporadiche fiere di settore, Lucca su tutte. Il mio fornitore ufficiale era il compianto Silvano Scotto, uno dei primi italiani a credere nelle potenzialità delle tavole originali in Italia. Ricordo, non senza un pizzico di malinconia, che gli telefonavo di nascosto dai miei genitori (le tariffe per le extra urbane costavano un occhio a quei tempi), e lui mi descriveva le tavole che aveva a disposizione. Una volta chiuso l’accordo me le spediva in contrassegno: erano altri tempi...  

Come stai impostando la tua collezione? Su quali settori e autori punti? 
Come collezionista mi sto evolvendo, o quanto meno sto selezionando molto i pezzi che entrano in casa. Io mi sono sempre definito un collezionista di emozioni, e mi sono sempre lasciato guidare dal cuore. Negli ultimi anni sto cercando di far prevalere maggiormente il razocinio, complice anche l’impennata delle quotazioni.
Sto cercando di preferire i grandi autori della Nona Arte, quelli che hanno realmente lasciato il segno.  Ovviamente devo selezionare molto gli acquisti: le mie finanze non permettono al cuore di prendere il sopravvento... Nell’ultimo anno sono riuscito a portare a casa Toppi, Miller, Keown, Romita Jr solo per citare alcuni nomi. 

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Dove preferisci acquistare le tavole della tua collezione? Venditori, aste o direttamente dagli autori? 
Sono praticamente onnivoro, compro da chi mi propone il pezzo che mi emoziona. Non ho pregiudizi, nella mia “carriera” ho acquistato sia da dealer che da case d’asta e ovviamente da collezionisti privati. Negli ultimi tempi, se devo prendere un pezzo importante, tendo a orientarmi verso gallerie, dealer fidati o privati che conosco da tempo, in modo da avere garanzie ed essere maggiormente tutelato.

La tua passione per gli originali ti ha portato anche a fondare un’associazione dedicata alle tavole originali e poi addirittura ad una rivista. Ci racconti perché hai deciso di intraprendere queste due interessanti iniziative? 
L’associazione è nata con lo stesso ideale con cui creai il gruppo su FB nel 2009 ovvero la convinzione che bisogna essere sempre uniti, anche nelle passioni, e che la conoscenza è sempre tutelante. L’unione tutela sempre.
Creare l’associazione La Nona Arte non fu semplice, sia per gli adempimenti burocratici sia per le diffidenze iniziali dei collezionisti che dovevano versare una quota annuale, ma la passione ci ha fatto superare  le tante difficoltà tipiche del noviziato. Grazie all’impegno mio, di Luca Baldi, Vanni Varalda e Marco Miccione siamo riusciti a portare l’assocazione a livelli molto più alti delle nostre aspettative iniziali.  Abbiamo pensato così di colmare un vuoto che avevamo nel nostro settore ovvero la mancanza di una rivista rivolta prevalentemente ai collezionisti di originali. E grazie alla professionalità di Luca Baldi possiamo vantare la produzione di una vera e propria rivista d’arte, con approfondimenti sulla nostra comune passione e con monografie sui maggiori esponenti del mondo dei fumetti.
Per soddisfare la “fame” dei collezionisti, sviluppiamo anche dei portfoliio le cui illustrazioni sono acquistate dai nostri associati, molte volte a un prezzo più basso delle solite commissioni, ma con il pregio della pubblicazione e della esposizione in mostre nelle più importanti manifestazioni italiane. In questo modo riusciamo a proporre dei prodotti di altissimo livello con una quota associativa molto bassa rispetto all’offerta.
Quest’anno abbiamo da poco pubblicizzato il nostro ultimo progetto, ovvero il Pinocchio di Paolo Mottura: una sua rivisitazione del burattino di Collodi con illustrazioni ad Olio, Acquarello e Carboncino, un'occasione imperdibile per il collezionista che si vuole portare a casa un opera di Mottura ad un costo onesto, sviluppato appositamente per gli associati.
Per chi volesse approfondire può visitare il nostro sito www.associazionelanonaarte.it: abbiamo ben tre quote associative, per soddisfare tutte le esigenze, a partire da 30 euro annuali fino ai 70 euro  per i più esigenti. Sottolineo che i nostri prodotti, per forza di cose, sono realizzati con tirature estremamente limitate, diventando nel tempo molto ambiti in ambito collezionistico. 

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Oggi come vedi il collezionismo di tavole originali in Italia? 

In Italia siamo ancora molto immaturi: molti non percepiscono che noi collezioniamo arte, siamo ancora troppo ancorati al mondo del fumetto. Cerco di spiegarmi meglio: la maggior parte di noi collezionisti di originali proviene dal mondo del fumetto, ma il collezionismo di fumetti è cosa assai diversa dal collezionismo di originali.
Il collezionismo di originali equivale al collezionismo di opere d’arte e come tali devono essere trattate le tavole originali. Le quotazioni di molti autori sono oramai salite tantissimo e non è più pensabile poter comprare un’opera di Pratt, tanto per fare un nome noto a tutti, con leggerezza senza le dovute garanzie. In questo, a quanto vedo, siamo ancora molto superficiali. Ma la cosa più drammatica è che il medium fumetto è percepito dai più ancora come una lettura per ragazzi, siamo ancora lontani dall’obiettivo di far percepire che il fumetto è in realtà letteratura disegnata, per citare Pratt o arte sequenziale per citare Eisner.
La strada è ancora lunga ma i presupposti per un futuro migliore ci sono tutti, grazie al lavoro instancabile di molti di noi e delle grosse convention del fumetto: cito ad esempio il Comicon (di cui sono parte attiva) che ha portato il Corto Maltese di Pratt al MANN di Napoli con un successo di pubblico notevole.

Come vedi invece il mercato americano e quello francese? 
Quello americano e quello Europeo sono fondamentalmente due mercati diversi. Il mercato americano può farsi forte di due componenti, secondo me, essenziali: il fumetto è considerato parte integrante della storia americana e si rivolge a una platea di lettori (e collezionisti) enorme, molti dei quali con possibilità economiche notevoli. Basti pensare che Steven Spielberg, George Lucas, Harrison Ford, Nicolas Cage, tanto per citarne alcuni, collezionano fumetti e tavole originali. Così si spiega, in parte, la vivacità del loro mercato, dove quotidianamente assistiamo a vendite record impensabili per il nostro mercato
Questa eccitazione nelle vendite ha poi attirato l’attenzione di persone che non hanno nulla a che fare con l’ambiente collezionistico, ma comprano esclusivamente per investimento, facendo ulteriormente salire le quotazioni.
Il mercato europeo invece, per quanto ne so, si mantiene su un numero nettamente inferiore di collezionisti, pochi dei quali con molta disponibilità economica, ma sostenuti da una cultura sul medium fumetto nettamente più alta rispetto all’Italia. Il fumetto è considerato, a giusta ragione, arte con la A maiuscola e come tale viene trattato, sia dai dealers che dalle case d’asta, la cui più nota e prolifica per il settore tavole originali è Artcurial, che spesso registra vendite record anche per artisti italiani. Tutto questo fermento ha spinto Heritage, casa d’aste leader in America, soprattutto per le tavole originali, ad aprire una sede in Europa, dedicando delle aste proprio al mercato europeo.  

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Non pensi che ultimamente ci siano un po’ troppe iniziative di vendita di tavole in Italia? 
Sicuramente tutte le iniziative sono assolutamente spropositate per il mercato italiano, dove il numero di collezionisti è limitato. Oramai ci sono aste praticamente ogni mese. A questo si sommano le fiere del fumetto e le vendite on line. Il numero di tavole proposto è sbilanciato rispetto all’effettiva domanda. Tutto questo, sono sicuro, non faccia bene al mercato italiano dove il budget per l’acquisto di tavole è gioco forza limitato.
Io ho sempre consigliato ai responsabili delle case d’asta italiane di sedersi a tavolino e pianificare insieme gli eventi: non è pensabile che nello stesso mese, a distanza di una settimana, si susseguano due aste in Italia dedicate alle tavole originali. Il nostro mercato non riesce ad assorbire quest’offerta, l’effetto potrebbe essere negativo per tutti. Dobbiamo renderci conto che in Italia si deve ampliare il parco collezionisti, in modo da rendere sempre più vivo il nostro hobby, altrimenti rischiamo di collassare sotterrati da proposte su proposte.

Secondo te il boom che sta attraversando il mercato delle tavole durerà a lungo o c’è il rischio che prima o poi la bolla si sgonfi? 
Secondo me siamo ancora a metà strada, non mi sento di parlare di bolla speculativa (se non per qualche caso sporadico), i prezzi si impennano di anno in anno, a volte di mese in mese, c’è sicuramente un'accelerazione del processo dovuto sia ai dealers che ai media.
Se osserviamo con attenzione l’attuale mercato delle tavole originali balzano all’occhio le importanti quotazioni che raggiungono moltissime opere di autori, sia nazionali che internazionali. Un gran numero artisti ha raggiunto delle quotazioni considerevoli, e il crescente interesse che il collezionismo di tavole originali sta incontrando negli ultimi anni, con il proliferare di aste, mostre, esposizioni sono il sintomo di un mercato vivo ed in espansione, con una realistica previsione di ottimi margini di crescita.
Questo interesse non è esclusivo degli ultimi tempi visto che negli anni novanta le dinamiche, in maniera ovviamente minore, erano pressoché le stesse. Basti pensare che Sotheby, nota casa d’aste, nel dicembre 1991 (il 18 per essere precisi) dedicò un'intera asta a fumetti e alle tavole originali, confezionando un catalogo di tutto rispetto, con pezzi di altissimo livello e con quotazioni assolutamente generose e spesso fuori mercato per l’epoca (cosa che, a veder bene, accade anche oggi). L’asta ebbe un notevole successo di vendite, tanto da meritare un articolo sul "The Washington post" (scritto da Judd Tully e pubblicato il 19 dicembre del 1991), con battute di tutto rispetto come  la copertina di "Vampirella No. 1," del settembre 1969 di Frank Frazetta venduta a 77 mila dollari, la storia completa di X-Men No. 1 di Jim Lee conclusasi per 44 mia dollari, la copertina del numero due di Mad di Jack Davis, battuta per 15 mila dollari (e si dice che sia stata acquistata, insieme al concept painting del numero uno, disegnato invece da Kurtzman, da Steven Spielberg), la striscia giornaliera di Popeye disegnata da E.C. Segar del 7 novembre del 1933 venduta per 1870 dollari solo per citare alcuni esempi.
Come si può notare le quotazioni di molti autori erano assolutamente importanti, considerando il potere di acquisto del dollaro in quegli anni. Si tenga presente che lo stipendio medio di un americano nel 1990 era di circa 1000/1200 dollari al mese. La rivalutazione dagli anni '90 ad oggi della stragrande maggioranza degli autori è stata molte volte esplosiva, ma quasi sempre le quotazioni hanno più che decuplicato il loro valore iniziale dando non poca soddisfazione ai collezionisti.

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Prendendo ad esempio alcune vendite del catalogo di Sotheby sopracitato, vediamo che la striscia giornaliera di Popeye di E.C. Segar del 7 novembre 1933, venduta per 1870 dollari venne poi rimessa all’asta, questa volta da Heritage, nel novembre 2015 e venduta per 13 mila dollari, sempre nel sopracitato catalogo venne messa in vendita la storia, sempre di venti pagine, di Amazing Spiderman numero 94, illustrata da John Romita senior, stimata tra i 2000 e i 2500 dollari. Attualmente le tavole di questo autore della stessa serie si muovono nelle aste internazionali con delle cifre che vanno dai 15 mila ai 90 mila dollari per tavola.
Fin dagli anni novanta ci si preoccupava dell’incremento delle quotazioni, delle sovrastime di alcuni autori, fino al timore che i grandi classici del fumetto dei primi decenni del novecento come McCay, Foster, Raymond, Herriman sarebbero caduti nel dimenticatoio (a livello di collezionismo di tavole) non essendoci un ricambio generazionale. Il mercato è cresciuto invece sfatando queste preoccupazioni: la base dei collezionisti si è notevolmente allargata. Poi l’avvento di internet ha permesso il diffondersi di questo tipo di cultura, basata non solo sul fumetto, ma anche e soprattutto sull’arte che si nasconde dietro la letteratura disegnata.
In barba alle previsioni catastrofiche i grandi classici del fumetto a strisce sono diventati protagonisti di mostre blasonate e monografie d’arte, trasformandosi sempre di più nell’oggetto del desiderio di quasi tutti i collezionisti di tavole e, come naturale conseguenza, le loro quotazioni sono esplose. 
A supporto di quanto detto, basti pensare che le domenicali di Little Nemo, sempre nel 1991, avevano una quotazione che oscillava tra i diecimila e i quindicimila dollari su Heritage: negli ultimi cinque anni la domenicale che ha raggiunto la vendita più alta ha toccato i 131mila dollari, ma comunque le battute delle domenicali di Little Nemo hanno una forbice che varia tra i 70 mila e i 130 mila dollari. Discorso simile per il Flash Gordon di Alex Raymond che negli anni novanta veniva proposto intorno ai diecimila dollari per le prime domenicali (per gli anni che andavano dal 1935 al 1939) e adesso, sempre su Heritage, registrano vendite che oscillano dai novantamila ai duecentoquindici mila dollari. Potrei fare molti esempi ma mi fermo qui: mi preme solo sottolineare che il mercato delle tavole originali è un mercato vivo, ancora in salute, che ci darà moltissime sorprese e soddisfazioni.

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Le tavole originali sono un’occasione di investimento o rappresentano solo una grande passione? 
Io da anni sostengo che noi collezionisti di tavole siamo realmente fortunati, abbiamo la possibilità di coltivare un nostro hobby e non gettare i soldi dalla finestra: se realmente ci dovesse andare male potremmo recuperare parte dei soldi spesi o addirittura guadagnarci. Ovviamente il motore di tutto deve essere la passione e non la prospettiva di guadagno facile: noi siamo collezionisti di emozioni, questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Dobbiamo sempre tenere presente che la nostra è una passione e non deve essere inquinata da dietrologie commerciali. 
Su questo però devo fare una precisazione personale per non andare in contraddizione con me stesso: io quando acquisto un pezzo di una certa levatura, cerco sempre, a parità di emozione, di scegliere quello che in un ipotetico futuro (noi non siamo eterni) possa essere con più facilità rivenduto o scambiato. Ma il punto fondamentale per me è l’emozione: se manca quella il discorso decade. 

Un consiglio che ti senti di dare ad una persona che si vuole avvicinare per la prima volta al collezionismo di tavole originali? 
Che non bisogna mai lasciarsi influenzare, dobbiamo prendere le tavole che ci emozionano, che ci fanno battere il cuore, indipendentemente dal loro reale valore futuro. Tutti noi collezionisti, nella nostra storia, abbiamo fatto degli errori, ed è giusto farli, ci hanno fatto crescere, evolvere. Un giovane collezionista deve farsi guidare dalla passione, tasca permettendo, non deve comprare pensando se un domani la sua tavola varrà il doppio. Se poi ci avrà visto giusto meglio così ma non deve essere il motore che lo spinge a collezionare. Leggete fumetti e collezionate tavole, in questo modo nutrirete anche la vostra anima. Con la nostra passione non si invecchia, si resta giovani, almeno nello spirito.

Hai qualche iniziativa in cantiere o un progetto che ti piacerebbe realizzare e che per ora hai ancora chiuso nel cassetto, ovviamente che riguardi sempre il mondo delle tavole originali?  
Ovviamente sì, il mio rapporto con Comicon continuerà anche per il prossimo anno, e già da adesso posso anticipare che ci saranno parecchie sorprese che faranno la gioia di moltissimi collezionisti. Sto lavorando in modo che il Comicon possa diventare un appuntamento immancabile per noi collezionisti di tavole originali.
Ci sono altre cose che bollono in pentola ma adesso non posso farne menzione. In un prossimo futuro prometto di tenervi aggiornati. Il 2020 sarà un grande anno per le tavole originali!


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