APPROFONDIMENTI: Un'intervista originale: Bruno Brindisi

Un'intervista originale: Bruno Brindisi

Tra le altre cose Bruno Brindisi ci parla delle polemiche sorte intorno alle sue copertine di Dylan Dog messe in vendita da Little Nemo.

Di: Marianna Barile & Gianluca De Angelis | Pubblicato il:06/12/2013


Uno dei disegnatori storici della Bonelli, Bruno Brindisi, incontrato durante l’ultima Comicon di Salerno, si è prestato molto volentieri a rispondere alle nostre domande sul mondo delle tavole originali. Tralasciando le solite presentazioni dell’autore, in quanto Brindisi è una delle matite più amate e conosciute del fumetto italiano, grazie soprattutto ai suoi lavori su Dylan Dog e Tex, passiamo subito alle domande.  

Innanzitutto le volevamo chiedere di spiegarci un po’ la storia delle copertine di Dylan Dog di Repubblica che ha messo in vendita Little Nemo. Tra i collezionisti si è parlato molto del prezzo ritenuto dai collezionisti molto alto e ci sono state anche vivaci polemiche su Facebook. Ci può spiegare un po’ l’operazione che ha portato alla vendita di queste copertine?
Ho preferito affidare la vendita delle tavole alla Little Nemo di Sergio Pignatone  per valorizzare al meglio delle illustrazioni, uniche e irripetibili, che riguardano copertine di una serie limitata a  soli 50 numeri di un personaggio importante come Dylan Dog. Difficilmente mi capiterà di fare altre copertine in futuro, qui non parliamo delle mie solite tavole o pin-up. Il prezzo è stato deciso di comune accordo, una per una, in base anche alle numerose richieste di acquisto che mi erano arrivate, soprattutto per alcuni numeri storici della serie. Prossimamente faremo anche  una mostra ed un catalogo.  

Ora ci interesserebbe sapere quali sono i materiali che usa per disegnare (ossia se usa qualche tipo di carta in particolare, o quale tipo di pennelli per ripassare a china e per il colore che tecniche utilizza).
Come carta uso Fabriano LR 30x40. Inchiostro con i pennarelli, ma spesso adatto il mezzo a me e non il contrario. Normalmente limo o taglio la punta. A volte un pennarello ha una buona punta ma non un buon inchiostro, allora prendo la punta di uno e la adatto ad un altro pennarello, oppure lo carico a china. Sono uno che sperimenta, posso dire di aver provato ad usare praticamente tutti gli strumenti che sono sul mercato, quasi mai lasciandoli inalterati. Alla fine l’idea di linea è quella che ho in mente, non quella che scaturisce da una penna.  



Quanto tempo impiega mediamente per la realizzazione di una tavola?
Per una tavola “normale”, non troppo complicata, ci vuole una giornata, 5/6 ore di lavoro nette: sono uno abbastanza veloce. Poi  dipende dalla tavola e comunque  parliamo di Dylan Dog, per Tex ci vuole più lavoro. Quando ho lavorato per il mercato francese che richiede più vignette e più dettagli ci ho impiegato anche più di due giorni per una tavola. Comunque la mia produzione media per Dylan Dog è di 20/25 tavole al mese, se tutto va bene.      

Quali sono i personaggi che le piace di più disegnare?
Assolutamente Dylan Dog perché ha una serie di chiavi di interpretazioni diverse, mentre con Tex c’è il rischio della ripetitività. Con Dylan ogni storia ha una propria atmosfera e si può provare a sperimentare, a trovare soluzioni diverse. Nell’approccio alla realizzazione di una tavola, realizza molti studi o bozzetti preparatori? Il tempo di una tavola presuppone un primo abbozzo, lo faccio su carta leggera a grandezza naturale, A3,  faccio degli schizzi con matita blu che poi “aggiusto” con pennarello sul retro, non disegno quasi mai direttamente su tavola. Poi ripasso con la micromina F su cartoncino e infine faccio il lavoro d’inchiostratura. Metto i neri in digitale.  

Che rapporto ha con i collezionisti di tavole originali?
Il primo rapporto diretto è stato con Silvano Scotto del Club Anni ’30, una quindicina d’anni fa. Mi comprò in blocco tutta la produzione, circa un migliaio di tavole! Vendendo in blocco ovviamente il presso per singola tavola è diverso. Sono stato fermo per anni, avevo già saturato il mercato! Tramite Pietro Balzano ho ricominciato a vendere sia storie complete di Dylan Dog  sia singole tavole di numeri particolari come il ventennale. Una cosa è certa, chi compra tavole vuole la firma dell’autore, ma soprattutto vuole il personaggio. Ho parecchie tavole di Nick Raider, ma nessuno me le chiede. Attualmente cerchiamo di gestire quantità e qualità assieme a Sergio Pignatone.  

Lei vende originali direttamente?
No, non vendo originali direttamente.

Realizza disegni su commissione?
No, non realizzo neanche disegni su commissione.

Come giudica il mercato della tavole originali?     
E’ un mercato che sta vivendo un boom all’estero, basta dare un’occhiata alle quotazioni di alcuni autori. E’ ovvio che parliamo di beni voluttuari, in tempo di crisi pochi possono permettersi il lusso di investire in arte, quindi chi compra i soldi ce li ha. C’è il singolo acquirente, il collezionista, che compra per il piacere di avere proprio quel disegno e normalmente non fa storie sul prezzo,  e c’è il mercante che compra molte tavole cercando di tenere il prezzo più basso possibile per poi rivenderle e guadagnarci. Poi ci sono i tantissimi fans, quelli veri, quelli squattrinati, per loro una mia dedica, un mio schizzo ci sarà sempre e sarà sempre gratis.

Se qualcuno vuole comprare suoi originali a chi si può rivolgere?
A  Little Nemo, in via Montebello 2/d, Torino, tel. 011 812 70 89, sul web all’indirizzo www.littlenemo.it.


un-intervista-originale-bruno-brindisi-1.jpg© Immagine soggetta a Copyright


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